Giornalista Antifascista.

lunedì 25 settembre 2017

Il Martinetto


Oggi eravamo anche qui, al Martinetto. 

Varcare quella piccola porta e guardare il muro, la in fondo, con quei segni dei proiettili che non sai se appartengono alle esercitazioni del passato o ai colpi delle fucilazioni, è sempre duro. 

Vengono in mente mille ricordi; la voce di mia zia, che racconta di quando entravano con un manipolo di Partigiani di nascosto, per scucire gli orli delle giacche dei fucilati, nei quali erano nascoste le ultime parole alle famiglie.

Un grazie particolare all’Anpi provinciale di Torino, all’Anpi Martinetto, all’Anpi regionale del Piemonte, al dr Boccalatte, a Vincenzo Santullo, alle tante Compagne e Compagni che hanno lavorato e stanno lavorando per rendere questo viaggio alle radici del fascismo ed Antifascismo un’esperienza speciale. 

Traducendo e leggendo al gruppo le lettere dei condannati a morte, come al solito, mi sono commosso. Quel groppo alla gola che ti blocca, gli occhi che pizzicano, il respiro che sembra rallentare sin quasi a fermarsi. 

E poi alzi gli occhi, guardi quei nomi sulla stele e riprendi a leggere. Per loro, per noi, ma soprattutto per quelli che verranno... 

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