Giornalista Antifascista.

sabato 15 agosto 2020

Sogni d'una notte di mezz'estate...



L’autunno del 2020 fu particolarmente caldo. Non solo dal punto di vista meteorologico, con punte di 30 gradi a Bugliano in novembre, ma particolarmente da quello politico e sociale.




La scelta di un leader politico di entrare in carcere dopo la condanna in primo grado per sequestro di persona del Tribunale di Catania privò il principale partito d’opposizione della figura apicale, ma soprattutto bloccò tutti i conti esteri del partito, determinandone la scomparsa. Solo qualche anno dopo, con l’apertura degli archivi della “Fondazione Leader Massimo”, vennero alla luce i legami tra il Consulente in comunicazione del pluripregiudicato e “l’Ombra di”, chiarendo una volta per tutte le dinamiche del Papeete, delle successive dimissioni e della decisione di farsi incarcerare sperando in una rivoluzione di popolo. Il Capitone era stato fregato al suo stesso gioco in un sottile schema di pacco, doppio pacco e contropaccotto degna di Le Carré. O più semplicemente dell’Ombra di D’Alema…


L’estinzione del partito verde e la partenza verso l’acquario di Monaco della più grande specialista internazionale di zucchine di mare, dopo il ritrovamento di alcuni rari esemplari di cucurbitacea nelle acque antistanti il Principato e l’offerta di dirigere l’osservatorio ad hoc (posizione anch’essa fittiziamente creata e finanziata da agenti della summenzionata Fondazione con i proventi delle mascherine tricolore prodotte a Gallipoli e acquistate in massa dai neri per caso) determinò una sostanziale pace sociale.


Nel dicembre del 2020 vide la luce il Governo Conte III, un tricolore con soli 2 ministri oltre al PdC. Roberto Speranza ebbe il portafoglio de “Il Cittadino”, che raggruppava la Sanità, il Lavoro, la Pubblica Istruzione, la Cultura, i Trasporti, l’Energia, le Pari Opportunità, la P.A. e gli Interni; Gualtieri quello de “ I Sordi”, che non era un omaggio al noto attore ma la translitterazione romanesca degli aspetti economici. Il chitarrista di sinistra era infatti responsabile, di Tesoro, Finanze, Economia, Lavori Pubblici, Partecipazioni Statali ed Unione Europea. Le deleghe agli ex ministeri degli Esteri e della Difesa furono mantenute dal Professore foggiano.


Una serie di viceministri onorari coadiuvava i Tre, coordinando dipartimenti interministeriali su base volontaria ed assicurando l’interlocuzione tra le varie parti dell’organizzazione statale. Celebre quello dello “Sviluppo Economico, Battute fulminanti, Saggezza popolare e Cene a base di maiale” organizzato sotto la simpatica direzione di Pierluigi Bersani, che portò il PIL a livelli mai visti suggerendo riforme futuriste, come quella di basare le decisioni economiche sui consigli di Confindustria (bastò fare l’esatto contrario) ed imporre la conoscenza di almeno 14 pezzi del Canzoniere della Resistenza per accedere a funzioni dirigenziali nella P.A.


Le mutate condizioni economiche del Paese e la norma che prevedeva la legge del taglione per il caporalato ed i reati legati allo sfruttamento di manodopera, con un deciso investimento nell’Ispettorato del Lavoro, determinò anche la totale scomparsa dei problemi legati all’immigrazione. Da una parte perché i partner europei avrebbero fatto qualunque cosa per ingraziarsi la nuova potenza economica mondiale e accettarono di buon grado i piani di redistribuzione suggeriti dal nuovo Presidente della Commissione Europea - l’ex deputato europeo Piero Bartolo - e dal nuovo Commissario per i Diritti dei Migranti, l’ex Sindaco di Riace Mimmo Lucano. Dall’altra perché la contrattualizzazione regolare di chi arrivava in Italia estirpò la piaga dello sfruttamento, dando un colpo semi-definitivo alle mafie, agli imprenditori disonesti e - quale naturale conseguenza - alla base elettorale media dell’ex Lega, FI, FdI, IV et similia.


Non riuscì a turbare l’idilliaco periodo nemmeno il movimento rivoluzionario nizzardo, guidato da un ultracentenario ex presidente del consiglio che dalla sua villa sulle alture di Nizza propugnava il ricongiungimento della terra natale di Garibaldi con l’Italia, pur di poter tornare a mostrare la sua nuova fidanzata quarantenne (fedele al principio che esse dovessero avere al massimo un terzo dei suoi anni).


La continua riconferma di Maurizio Landini alla guida non solo della CGIL, ma - dopo lo storico voto del Congresso di Reggio Emilia del 2023 - anche della Confederazione Europea dei Sindacati, portò una ventata nuova nelle relazioni industriali del Vecchio Continente. Il suggerimento di tassare gli utili d’impresa sul totale consolidato dei dividendi distribuiti a prescindere dalla sede legale dell’impresa riportò in Italia i colossi dell’automotive, dell’agrofood, delle telecomunicazioni e dell’energia; il nuovo impulso ambientale finanziato dalla tassazione delle transazioni telematiche creò migliaia di nuovi posti di lavoro nel pubblico impiego, con la generale nazionalizzazione delle risorse quali sanità, energia, trasporti. L’applicazione dei risultati referendari sull’acqua pubblica e sullo stop ad ogni finanziamento pubblico all’istruzione privata innescò un ciclo virtuoso, favorito anche dal periodo di rieducazione di una certa parte degli editori e direttori di quotidiani, che si videro costretti a pubblicare solo notizie verificate.


Ancora una volta, l’efficace lavoro di un manipolo di coraggiosi che passarono alla storia come “Il gruppo mascherato”, per lo stringente rispetto delle regole durante la pandemia e per l’abitudine a mantenere un profilo assai basso, iscrivendosi a partiti che si nascondevano sotto altro nome anche nei sondaggi ufficiali, riuscì a salvare l’Italia dal peggior disastro annunciato, con il motto “meno Fede, più Speranza!”

 

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