Giornalista Antifascista.

lunedì 22 settembre 2008

M'hanno rimasto solo...



... sti quattro Cornuti!


Lo confesso, guardando la foto dell'Onorevole (sic) Borghezio sul palco di Colonia è la prima frase che mi è venuta in mente. Seguita da un ovvio "Ben ti sta!"


Il Fronte Antifascista Europeo ha aderito alla contro-manifestazione promossa da partiti ed associazioni democratiche per isolare i nazifascisti chiamati a Colonia per un'aberrante “Internazionale anti-islamica” dal movimento di estrema destra 'Pro-Koeln'. Antifascisti e Democratici di tutta Europa, tra cui Laura Garavini - eletta nelle liste del PD alla Camera – ed Eugenio Marino - del Dipartimento Internazionale del PD - sono accorsi nella capitale culturale della Renania per contrastare il raduno. Mentre migliaia di manifestanti pacifici si riunivano in Piazza Roncalli, davanti al maestoso Duomo di Colonia, per ascoltare il sindaco Fritz Schramma, alla Heumarkt è arrivato solo Borghezio, a cui la polizia ha, peraltro, immediatamente spento il microfono cacciandolo dal palco. Nessuna traccia né degli altri manifestanti in camicia bruna o nera né, soprattutto, degli altri leader della destra estrema che avevano annunciato la loro partecipazione.

Al di la dell'indubbia vittoria della democrazia, mi rimane un dubbio.

Schramma ha definito i partecipanti alla manifestazione neonazi "Razzisti in borghese", concludendo il suo intervento con: "... quella è la porta, Andate a casa!". Fin dal venerdì la città aveva reagito rendendo la vita difficile ai nazifascisti: tassisti e conducenti di bus si rifiutavano di prenderli a bordo, gli alberghi avevano disdetto le loro prenotazioni, i ristoranti e le birrerie di Colonia invitavano gli avventori in odor di nazifascismo a lasciare i locali o si rifiutavano semplicemente di servirli. Colonia, che è una città nota per la sua ospitalità ed accoglienza, ha risposto compatta alla destra estrema, allineandosi alle parole del sindaco "Oggi la nostra tolleranza è finita".

Una reazione così ferma mi ha ricordato i fatti di Genova. Nel giugno 1960 il governo Tambroni concesse all'MSI di celebrare il proprio congresso nazionale nel capoluogo ligure. Il congresso avrebbe dovuto svolgersi al teatro Margherita, a pochi passi dal Ponte Monumentale, che custodisce la memoria dei Caduti per la libertà. ANPI, Consiglio Federativo della Resistenza, CGIL, movimenti e partiti politici democratici, docenti e studenti, lavoratori delle industrie e del porto, si mobilitarono in una serie di azioni che culminarono nella grande manifestazione del 30 giugno. Benché gli scontri con la Celere ed i reparti speciali dei Carabinieri fossero cruenti, i manifestanti presidiarono la città per l'intera giornata respingendo la provocazione neofascista ed impedendo, infine, il Congresso. In anni più recenti, un tentativo di comizio d'Almirante a Bruxelles provocò la reazione delle forze antifasciste belghe ed italiane, inducendo il Borgomastro a promulgare un ordine restrittivo, che impediva al suddetto di riunirsi con più di tre persone sul territorio di Bruxelles.

Quale città italiana sarebbe oggi "in grado" - e lo scrivo tra virgolette per allargare il significato a tutte quelle sfumature politico-organizzative nonché sociali che può voler dire - di reagire allo stesso modo?

In questo momento di Restaurazione, in cui rifiutare l'omologazione Partigiani/Repubblichini fa rima con "veteroqualcosa"; in cui si perquisiscono le case dei giornalisti che scrivono degli amici del Premier; in cui un ragazzo viene ucciso a sprangate per il colore della sua pelle; in cui l'organizzazione giovanile di un partito di governo rifiuta l'Antifascismo quale valore fondante della Repubblica. In questo momento storico che tanto ci riporta alla metà degli Anni Venti dicevo, quale Amministrazione comunale sarebbe pronta a reagire come Fritz Schramma, che non è un pericoloso sovversivo e non appartiene nemmeno allo stesso partito dell'On. Schulz - il Kapo di berlusconiana memoria - ma è un tranquillo esponente della CDU? Quale Sindacato chiamerebbe iscritti e simpatizzanti in piazza? Come risponderebbero i nostri albergatori, i nostri tassisti?

Spero, ovviamente, che il futuro non abbia a darmi risposta, evitando cocenti delusioni, ma rimango comunque perplesso e vigilante.

Perplesso per l'assordante silenzio dei colleghi di governo del Leghista da esportazione.
Vigilante perché, davvero, il rischio di fare gran brutte figure davanti al mondo è dietro l'angolo. Per non parlar del resto...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Filippo,
vorrei saperne di più sul Fronte Antifascista Europeo, suppongo sia un'organizzazione non solo belga....sono già iscritto all'ANPI, ma coi tempi che corrono, specie in Italia, bisogna rinforzare la dimensione internazionale ed internazionalista del nostro antifascismo.
fammi sapere
Pietro Benedetti
Lussemburgo

Filippo ha detto...

Ciao Pietro, supponi bene... Il FAEUR è una "federazione" internazionale, che raccoglie associazioni europee di resistenti ed antifascisti, come l'ANPI e le analoghe associazioni belghe, spagnole, francesi, tedesche, austriache, ecc ecc.

Il Fronte Antifascista Europeo vuole essere una 'piattaforma' per coordinare azioni specifiche e per sensibilizzare i vari Stati membri ai problemi dell'emersione (per non dire emergenza) del nazifascismo. Teniamoci in contatto...