Giornalista Antifascista.

mercoledì 15 ottobre 2008

Ricchezza e Nobiltà (d'animo)

Ormai è provato. Non diventero' mai ricco.
Oggi ho contato almeno 5 articoli sui quotidiani nazionali che richiamano l'attenzione sulle responsabilità dei dirigenti finanziari in riferimento alla crisi.

Se invece di pubblicarlo sul mio blog una settimana fa lo tenevo nel cassetto, magari un articolo oggi lo vendevo...

Vabbé, mi tengo il primato morale e lascio agli altri il vile denaro.

4 commenti:

Eugenio Marino ha detto...

Che non saresti diventato ricco lo sospettavo: ti so come persona onesta...
Quanto alla finanza ne so poco, ma quel poco che basta a capire che nella maggior parte delle società occidentali viviamo molto al di sopra di quanto potremmo permetterci, mentre c'è una massa immensa di persone che vive al di sotto di quanto gli serve per campare.
Un sistema che non può regere senza generare non solo le periodiche crisi che viviamo, ma anche gli enormi e incontrollabili fenomeni migratori e i relativi problemi ad essi collegati.
E la morte di Foa, poi, non aiuta a trovare una nuova strada della Sinistra per ripensare l'organizzazione del mondo e dell'Italia.
Ciao
Eugenio

Filippo ha detto...

Eugenio, hai tanto, tanto ragione... ma ci sono cose che mi fanno tanto, tanto nkzzr (codice fiscale).

Innanzitutto perchè noi siamo convinti che se uno è onesto non diventerà mai ricco? Vale una riflessione... E' vero, le crisi sono cicliche, ma pur non essendo un economista (anzi...) ho l'impressione che si stia avverando la teoria della spirale, che vuole i cerchi concentrici, e, conseguentemente, sempre più vicini. La variabile delle migrazioni, poi, in un sistema di redistribuzione imperfetta, acquisisce da una parte la percettibilità del disagio (se i poveri stanno a casa loro li vedo al telegiornale, se vengono a casa mia me ne accorgo da solo) ed aumenta il senso di colpa latente, che non si configura pero' nel desiderio di agire ma, spesso, in quello di voler rimuovere. Non il problema, ma l'elemento che mi ricorda l'esistenza del problema.

La scomparsa di Vittorio Foa è una grave perdita. Puoi immaginarti come io potessi sentirmi "vicino" ad una figura torinese, antifascista e giurista. Ed in più di Sinistra. Nel suo diario/saggio "Passaggi", Foa scrisse una frase che mi ha colpito per la sua immutabile attualità e per come essa si rifletta nelle nostre esistenze di Italiani a cavallo tra due cittadinanze
"L’identità non è una, è plurima: io sono ebreo e insieme sono italiano, sono anche un torinese, un sindacalista, sono (o credo di essere) di sinistra."

Eugenio Marino ha detto...

Filippo, ma non scriverai troppo di frequente su questo blog?

Filippo ha detto...

che fai... sfotti???

aspetta il prossimo....