Giornalista Antifascista.

mercoledì 17 dicembre 2008

In principio era il Mexaform...


Poi venne l'Imodium, e seguirono altri medicinali più o meno efficaci contro la Vendetta di Montezuma.

Ecco, io auguro a quella sottospecie di paramecio senza onore che mi ha rubato la borsa l'altro ieri - nel treno verso Parigi - di spendere ogni centesimo guadagnato con il furto in medicine appartenenti alla famiglia dell'Idrocloride.

Spero tu sia colpito da una forma atipica di stimolo alla deiezione, che ti costringa a trascorrere le Festività in un luogo ben preciso del tugurio in cui sicuramente abiti, trasformandoti in un prolungamento naturale delle installazioni sanitarie. Auspico tu non possa alzarti, distrarti, rilassarti, ma che tu sia continuamente sollecitato, solleticato, svuotato.
Confido nella tua naturale diffidenza, tipica del ladro, affinchè tu abbia chiuso a chiave la porta del bagno e nessuno possa intervenire portandoti generi di conforto - a partire dalla carta igienica - che avrai terminato nei primi momenti di una illusoria sensazione di liberazione.
Faccio poi fiducia al Fato, certo che il Destino vorrà inchiodare quel pusillanime alla maiolica per tutto il periodo natalizio, senza replica, senza scampo. Mentre il resto del suo universo godrà dei regali che l'infame avrà acquistato rivendendo la mia borsa, il mio computer, la penna che mi fu regalata il giorno della Prima Comunione, egli sarà tormentato da sconquassi intestinali senza pari, che non gli concederanno il tempo d'appisolarsi, d'abbeverarsi.

Verrà poi il Capodanno ed il 31 pomeriggio, verso le 19, il miracolo sembrerà avverarsi, e come per incanto ogni stimolo scomparirà.
L'immondo avrà allora il tempo di reagire all'anchilosi delle membra inferiori, e dopo essersi spaccato il labbro contro lo specchio incespicando verso l'uscita, potrà infine rifocillarsi, e prepararsi per il Veglione. Già lo vedo, smagrito e smunto ma tronfio nel suo bell'abito comprato con i MIEI soldi, avvicinarsi alla porta di casa, indossare il cappotto che si confà alla festa, attorcigliare la sciarpa attorno al collo, e correre, correre... Correre in bagno perchè colto dalla più incredibile delle coliche, che lo reinchioderà alla plastica ormai consunta dell'asse sino alla Befana.

Nel mio onirico piano di vendetta non resta che immaginare i giorni che seguiranno il 6 gennaio 2009, che saranno, auspico di cuore, giorni felici. Giornate in cui tutto sembrerà rientrato nell'ordine normale delle cose, in cui i postumi da intossicazione da antimuscarinici cominceranno ad attenuarsi, ed il soggetto in questione vivrà l'illusione di una vita normale.
Perchè se un essere superiore esiste, sia Esso Dio, Buddha, Geova, il Profeta o Capitan Findus, la condanna sarà perpetua, un "fine pena mai" che coglierà quel protozoo impuro ogniqualvolta si avvicinerà ad una stazione ferroviaria, ad una fermata dell'autobus, alle rotaie del tram. Egli potrà liberamente deambulare in città e campagne, al mare o in montagna, nelle lande sconfinate della tundra o nei popolati rioni di megalopoli futuribili. Ma il semplice avvicinarsi ad un qualunque posto di ristoro, ad una stazione di cambio cavalli, ad ogni mezzo di trasporto passato presente e futuro provocheranno un impellente ed irrinunciabile stimolo, che lo constringerà a soste prolungate dietro cespugli, in vespasiani superattrezzati o di fortuna, in ogni luogo consono ad attività sotto sforzo.

Io ti maledico, sozzo vigliacco che mi hai sottratto il mio regalo di natale dello scorso anno, e come la lettera scarlatta fu marchio indelebile del tradimento, tu porterai inciso sul tuo volto, nel ghigno che caratterizza il malessere intestinale, il marchio incancellabile del tradimento dell'altrui fiducia.

Goditi i tuoi ultimi minuti eretto, perchè il resto della vita sarai piuttosto seduto...