Giornalista Antifascista.

giovedì 5 febbraio 2009

Ordine del Tricolore e Vescovi riabilitati


C'era un tempo in cui i "servizi segreti" del Vaticano erano i migliori del mondo. La rete sul territorio, per usare un termine tecnico, permetteva alla Santa Sede di conoscere in dettaglio le situazioni più scabrose. Stamane, alla radio, ci hanno spiegato che il Santo Padre è preoccupato. Lo sarei anch'io al suo posto. Un qualunque ragazzino di dodici anni, con un accesso ad internet, avrebbe potuto sapere che il Vescovo riabilitato aveva il vizietto di negare l'evidenza. Il Papa non lo sapeva, poverino. Nessuno lo ha informato, ed ora la Chiesa è stupita di fronte all'ondata d'apostasie. La pecorella smarrita è stata ricondotta all'ovile, peccato si sia scusata col pastore e non con le vittime dell'Olocausto.

C'era un tempo in cui il bianco era bianco ed il nero era nero. In cui gli eletti del popolo leggevano le proposte di legge prima di firmarle. Oggi si tende al grigio, e persino qualche deputato del PD ha dovuto, ci raccontano i giornali, chiedere al presidente della Camera che il suo nome sparisse dalla lista dei promotori della proposta di legge sull'istituzione dell'ordine del tricolore. Per chi fosse sceso dall'astronave solo qualche minuto fa, l'ordine del tricolore è quella pericolosa pagliacciata che prendendo spunto dai cavalieri di Vittorio Veneto vuole concedere una medaglia ed un vitalizio di 200 euro all'anno a tutti i combattenti della seconda guerra mondiale. Repubblichini compresi. Un po' come il Papa, i deputati in questione non sapevano, se ne sono accorti dopo aver firmato.

Sembrano due soggetti distinti, eppure io vedo un filo conduttore, una sottile linea rossa che unisce la rivalutazione dei fascisti di Salo' con chi nega che le camere a gas siano mai esistite. "Servivano per disinfettare", dice il vescovo. "Erano anche loro combattenti per la Patria", sostengono gli Onorevoli (sic) BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO,
CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CORSINI, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, FOGLIARDI, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA,
HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI, MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, NARDUCCI, PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, VALENTINI, VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA.

Facciamo i nomi ed i cognomi di questi eletti, affinché tutti sappiano, la prossima volta che saranno chiamati a mettere una croce su una scheda elettorale, chi hanno eletto e chi stanno per eleggere...

Per dovere di cronaca, è giusto notare che i nomi divergono nelle due liste disponibili. La pubblicazione degli atti parlamentari (dal costo di 0.35€) enumera gli Onn. CORSINI, FOGLIARDI e NARDUCCI, che spariscono invece dal testo messo a disposizione del pubblico sul sito internet della Camera, cui pero' si aggiunge il nome dell'On. TORRISI. Perfortuna, perchè l'On. Corsini è eletto in Lombardia nel PD, l'On. Fogliardi è eletto in Veneto sempre per il PD e l'amico Franco Narducci lo abbiamo eletto noi nella lista PD della Circoscrizione Europa. Una svista, un errore di stampa, un ravvedimento operoso avvenuto in tempo. Puo' succedere. Capitolo chiuso.

Il ritardatario, Torrisi, è eletto in Sicilia nel PDL; ex presidente dell'ordine degli avvocati di Catania. In buona compagnia, con gli Onn. Angeli e Merlo, eletti in Sudamerica, la Signora Bocciardo, eletta in Lombardia sempre nel PDL, che di professione fa il "dirigente di partito" ed apre lo sparuto numero di signore che hanno firmato, Di Biagio, eletto anche lui nella circoscrizione Europa ma per il PDL, Lo Monte e Sardelli, eletti nel Movimento per l'Autonomia del Sud, l'Onorevole signora Souad Sbai, nata in Marocco ed eletta sempre nel PDL, il funzionario del Parlamento Europeo On. Valentini (PDL) ed un nugolo di medici ed avvocati che siedono a Montecitorio per il Popolo (o partito, non mi ricordo mai) della Libertà.


Ecco, questa, in sintesi, la lista di chi pensa che la concessione di un'onoreficenza sia "un atto dovuto, da parte del nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della «bontà» della loro lotta per la rinascita della Patria". I promotori sottolineano "la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d'Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e «imperiale» del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente; altri, maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono con la parte avversa, «liberatrice», pensando di contribuire a una rinascita democratica, non lontana, della loro Patria."

Tengo a sottolineare, per evitare equivoci, che le virgolette alle parole bontà e liberatrice non le ho messe io, ma il relatore. Come se la lotta Partigiana e l'intervento delle truppe alleate possano ancora dare adito a discussioni sul valore dell'impegno, come se qualcuno potesse "fraintendere" la lotta di Liberazione dal nazifascismo.


Scusatemi. Io non ci sto. Non so se le Compagne ed i Compagni Partigiani abbiano piacere a fregiarsi di "una croce gigliata in bronzo con al centro il Tricolore sostenuta da un nastro di
seta della larghezza di millimetri 37, composto da una striscia verticale azzurra, fiancheggiata da due strisce verticali riportanti i colori della bandiera italiana
." Penso pero' che il fatto che la stessa insegna possa apparire sulla giacca delle Brigate Nere possa avere un forte effetto dissuasivo...


Allora vi invito, senza retorica, a prendere posizione. Chiara, inequivocabile, forte. Dicendo NO a chi vuole negare la Shoah, le camere a gas, i milioni di morti. A chi intende, surrettiziamente e con trenta denari, avallare l'idea che i combattenti della Resistenza siano UGUALI a chi riempiva i carri destinati ai lager, a chi partecipo' alle stragi della Benedicta, di Marzabotto, all'eccidio di Piazzale Loreto ed alle innumerevoli azioni di cui si macchiarono quelli che oggi qualcuno vuole far passare come come giovani e meno giovani che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime. C'è il rispetto per i morti. Ma l'onore è un'altra cosa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io spero che il papa nazista campi cent'anni...altro che bus atei, questa é una pubblicità contro il monoteismo cattolico che nessun creativo avrebbe neppure saputo immaginare.

Eugenio Marino ha detto...

Caro Filippo,
sono d'accordo nel merito del tuo post e sul fatto che non si possano mettere sullo stesso piano né parificare o "onorare" partigiani e combattenti di Salò.

Ma una precisazione penso vada fatta sui firmatari della proposta di legge di cui parli.
I nostri parlamentari sono spesso sottoposti a quintali di carte da leggere e centinaia di proproste di legge per le quali altri colleghi chiedono la firma.

Siccome è tutta gente adulta e - spesso, non sempre, ma spesso - onesta, capita che a volte si firmi senza aver letto tutto il testo, ma "fidandosi" della presentazione che della proposta in questione gli fa il collega. Altra volte, poi, il testo per il quale è stata data la firma, nell'iter burocratico diverge da quello che arriva a fine percorso.

Io penso che nel caso dei firmatari del PD possa essere successa una cosa del genere, e non me la sento di dargli addosso.
Altra cosa è il comportamento da assumere quando questi spiacevoli e gravi inconvenienti si presentano.

Mi pare che in questo caso, Narducci, Fogliardi e Corsini, si siano comportati da persone serie e responsabili. Non hanno provato ad arrampicarsi sugli specchi con giustificazioni "pacificatorie" del tipo "sono passati 60 anni", "non siamo dei giapponesi rimasti sull'isola deserta", "i morti sono morti" e roba del genere degna di certo revisionismo. Narducci e gli altri hanno preso atto di una leggerezza, o di una proposta diversa da quella prospettata e hanno ritirato la propria firma.

In quanti pensi avrebberio fatto altrettanto? Per me questo episodio è indice di serietà contro l'ottusità di chi non ammette mai i propri errori, anche quando beccato con le mani nella marmellata.

Filippo ha detto...

@ Teoz:
dici che basta????...

@ EM:
Non posso che concordare in pieno con quello che tu scrivi, Eugenio. E' per questo che considero il capitolo chiuso e che ho voluto sottolineare il fatto che siano state messe in atto tutte quelle procedure che prevedono il ritiro della firma. E' un punto importante, perchè nella copia degli atti parlamentari che circola in questi giorni, anche sul sito dell'ANPI, i nomi dei nostri deputati ancora appare, e mi sembrava giusto evidenziare la differenza tra quanto fu fatto in origine e quanto è, invece, la realtà. Altrettanto sacrosanto è il rilievo sulla mole di lavoro e sulla fiducia, che pero' assolve ma non giustifica, o viceversa, se preferisci. Puo' non trasparire dal testo, ma ho apprezzato il coraggio nel dire "stop, io non sono d'accordo", bisogna pero' avere altrettanto coraggio e parlarne, per evitare di dare l'impressione di essere "beccati con le mani nella marmellata" o peggio voler eludere il discorso. Buon lavoro...