Giornalista Antifascista.

lunedì 21 maggio 2012



Ecco il primo degli articoli scritti dai "giovani" dell'ANPI che hanno partecipato al Treno dei 1000. E' stato pubblicato anche sul sito dell'ANPI, lo ripubblico integralmente, ad imperitura memoria ...
Il pezzo è del 6 maggio 2012, pensato, composto e redatto nel vagone ristorante del treno,


Terra acqua e vento, non c’era tempo per la paura…

È saltato fuori un flauto, e le voci cominciano a risuonare nel vagone ristorante. Siamo da qualche parte in Polonia, le soste tecniche e quelle inesplicabili si alternano in questa giornata che ci sta portando a Cracovia. Abbiamo lasciato la stazione di Schaerbeek ieri, 450 metri di convoglio, 1000 ragazzi. Dopo le parole del Barone Halter, Deportato, Presidente della Fondazione Auschwitz, è una sensazione strana rivedere un treno in partenza da quel binario verso un Campo di sterminio. Era il luogo d’inizio del viaggio dei Belgi, ebrei, politici, zingari, ed è stato ieri, 5 maggio 2012, il luogo d’incontro di 700 giovani di tutta Europa – altri 300 li abbiamo raccolti stanotte a Liegi, a Lussemburgo, a Francoforte – verso Auschwitz e Birkenau.

Abbiamo lasciato l’Italia in 28, molti di noi prima dell’alba, incontrandoci per la prima volta a Bruxelles, davanti alla cancellata in ferro battuto della stazione di partenza. Nelle lunghe ore di viaggio abbiamo avuto modo di conoscerci, discutere e scambiare opinioni in merito a svariati argomenti. Non capita spesso a noi giovani di trovare interlocutori informati ed appassionati tra i nostri coetanei. Si è parlato di politica italiana ed estera, ma anche di attività dei nostri territori organizzate dall’Anpi e non solo. Tav e Val di Susa, elezioni presidenziali francesi, governo Monti o più semplicemente cinema, letteratura e musica. Questo ha reso il viaggio - 30 ore di treno attraverso 4 nazioni - pieno di momenti d’incontro e confronto. Pensare che questo sia solo l’inizio, fa presumere che i risultati e le conclusioni di questa esperienza saranno ricchi dal punto di vista personale, e proficui dal punto di vista collettivo. Tra le proposte che cominciano a circolare quella di una rete nazionale di giovani. Potrebbe essere un buon inizio, magari riuscendo a rompere la barriera linguistica ed estendendo la rete anche ai ragazzi di altre nazionalità.

Rimesso il flauto nella borsa è apparso il computer, e le parole di questa corrispondenza appaiono sullo schermo mentre attorno a noi si gioisce per la probabile vittoria di Hollande, si commenta l’entrata della destra estrema nel parlamento greco, si scambiano commenti in 5, 6 lingue diverse, dal portoghese al fiammingo, l’ungherese, il francese, il tedesco. Cracovia si avvicina, non sappiamo a che ora arriveremo, ma non è l’orario che forse più ci preoccupa. I dubbi e le aspettative sulla visita di domani ad Auschwitz sono tante e differenti.

Per oggi ci limitiamo ad essere vaghi perché privi di un riscontro reale con quei luoghi e sicuramente tornati dalla visita ci impegneremo ad esprimere le nostre emozioni.

Nessun commento: