Ricominciamo l'analisi. Mi è stato chiesto perché "noi gufi" viviamo un periodo d'insoddisfazione (pregasi notare l'eufemismo...).
E allora cerchiamo di capire perché.
Forse perché avevamo fatto campagna elettorale per un progetto di centrosinistra e con questo progetto di centrosinistra eravamo arrivati ad essere il primo partito italiano. So che nessuno lo ricorda, ma abbiamo vinto (si, abbiamo vinto in quanto primo partito, poi le cose sono andate diversamente e di questo ne parliamo tra un attimo) con un programma in 8 punti che, in sintesi, diceva così:
- Fuori dalla gabbia dell'austerità. Con la correzione delle politiche europee di stabilità e maggiore elasticità negli obiettivi di medio termine della finanza pubblica.
- Per un'Italia onesta. Con una legge sulla Concussione, Corruzione, Traffico di Influenze illecite, Autoriciclaggio e Falso in bilancio, scambio elettorale
- Creare Lavoro. Perché un'ora di lavoro stabile deve essere più conveniente di un'ora di lavoro precario, ci dev'essere un salario minimo, il superamento della riforma Fornero, cittadinanza per tutte le forme di lavoro, soluzione per gli esodati, investimenti per l'occupazione femminile e migliore accesso al credito per le imprese.
- Economia verde. Che significa Lotta a ogni forma di condono edilizio ambientale, lotta senza quartiere contro le ecomafie, ridurre il più possibile il ricorso alla discarica e agli inceneritori.
- Democrazia e moralità: trasparenza e riforma della vita pubblica. Ovvero severe sanzioni per i dirigenti responsabili che omettono di pubblicare le informazioni previste dalla legge, semplificazione delle leggi regionali e regole per la produzione normativa del Governo per la comprensione e la semplicità dei testi.
- Stop ai conflitti di interesse. Che vuol dire anche l'obbligo di mandato irrevocabile a vendere oppure trasferire la gestione ad un terzo indipendente (blind trust) per gli eletti, rendere più rigidi i criteri di ineleggibilità e incompatibilità, e rendere il nuovo sistema di controllo e sanzione immediatamente applicabile alle cariche attualmente ricoperte.
- Non c'è democrazia senza istruzione. Più borse di studio, meno tasse, no a finanziamento pubblico alle università telematiche, aumentare gli investimenti pubblici, Piano triennale per aumentare gli asili nido.
- Diritti per un'Italia più civile. Chi nasce in Italia da genitori stranieri residenti da almeno 5 anni nel nostro Paese è Italiano; legge contro l’omofobia; Osservatorio sulla violenza nei confronti delle donne, misure di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a partire dalle scuole.
Ecco, questo è il progetto per cui sono stati eletti Deputati e Senatori, queste sono le ragioni per cui il PD è risultato il primo partito alle elezioni.
Vogliamo paragonare questo programma con quello dell'attuale governo? A parte qualche contentino - peraltro arrivato per la testardaggine di qualche deputato e con una decina di mesi di ritardo - il resto non solo è rimasto lettera morta, ma spesso siamo andati nel senso opposto.
E allora si, sono insoddisfatto, sono incarognito, sono deluso.
Perché l'attualità tradisce il programma con cui ci siamo presentati. Perché l'alleanza con la destra porta agli eccessi ed al senso di impunità di certe forze di polizia; perché invece di fare gli asili nido abbiamo ripristinato il premio alle famiglie di mussoliniana memoria; perché la corruzione dilaga anche tra gli esponenti del partito; perché il Paese è distrutto da 7 gocce d'acqua e noi stiamo giocando a pallamuro, osservando i rimbalzi; perché invece di tutelare ogni forma di lavoro le tutele le sopprimiamo con il falso mito degli "investitori stranieri" e del lavoro flessibile; perché un ministro della sanità da oltre 6 mesi deve togliere l'obbligo del test di gravidanza per la pillola del giorno dopo, e invece di fare politica di civiltà latita, parla di tutto meno che dei problemi reali; perché i "grand commis d'état" nominano i propri figli come se gli incarichi pubblici fossero marchesati... Perché l'Italia, quale presidente di turno dell'Unione, invita gli stati europei ad astenersi sulla risoluzione ONU che condanna il nazifascismo, che chiede più istruzione per le forze dell'ordine e sanzioni per i leader di partiti e movimenti che incitano all'odio razziale.
Mi si dice: roba vecchia, avete perso con le vostre idee, noi invece siamo arrivati al 40%. E qui insorgo. Protesto, grido, scalpito. Perché questo ERA il progetto con cui abbiamo vinto, non quello portato avanti ora. Perché il 40% alle europee è figlio dell'astensionismo, abbiamo preso meno voti della volta scorsa, abbiamo eletto bravi candidati ma anche "ladylikes" che frequentano le "sliding-doors" (si, anch'io so scrivere in inglese) e deputati che ancora si perdono nei corridoi di Strasburgo (ma è vero, orientarsi è complicato.)
E vogliamo parlare dell'Europa? Quella per cui io ho fatto campagna elettorale era un'Europa con Martin Schulz alla presidenza della Commissione, l'ultima chance - probabilmente - per rimettere in moto una macchina inceppata dalla fine del mandato di Delors. E invece mi ritrovo una Commissione con un Presidente che ha dovuto dimettersi da Primo Ministro per aver usato i servizi segreti del suo Paese per schedare gli avversari politici e - almeno secondo le prime indiscrezioni del "Lux-Leaks" - ha contribuito alla più grande operazione di evasione/dumping fiscale dell'ultimo millennio. Un'Europa che persino il Papa definisce "una vecchia nonna", sorda e cieca a livello internazionale (e non è certo colpa di Federica Mogherini, a cui va tutta la mia comprensione), balbettante sui problemi del lavoro, ottusa nei suoi obblighi vero l'impresa (315 miliardi con un leverage 15? "Ma mi faccia il piacere", avrebbe detto Totò!). In questa Europa noi siamo il partito di riferimento, quello che "ha vinto". Che meraviglia ...
E se vogliamo chiudere questa analisi - rectio, questo sfogo - possiamo anche cercare di dimenticare che "li abbiamo asfaltati" alle amministrative. Ma con numeri da assemblea di condominio.
E allora si, sono un gufo insoddisfatto. Perché abbiamo perso il coraggio di guardare indietro, non per rallentare, ma per ricordarci come siamo arrivati qui. Perché le parole, i gesti, gli esempi dei padri - e delle madri - della sinistra italiana ed europea li facciamo passare per "roba vecchia", oggi siamo Futuristi, zang tumb tumb. Tutto va di fretta, tutto deve essere fatto subito. Ma tutto cosa?
I futuristi volevano "bruciare i musei e le biblioteche" (almeno idealmente!) per non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così su un dinamico presente. Ma il secondo Futurismo abbracciò lo stile della comunicazione fascista e la cucina futurista proponeva montone e salsa di gamberi o banana e groviera.
Ed io, francamente, preferisco ancora pane e salame con un bicchiere di rosso!
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