Giornalista Antifascista.

martedì 7 luglio 2015

Abuk


Abuk é avvocato.

Non sa nemmeno lui come ci è riuscito.

É nato durante la prima guerra del Sudan, i genitori sono morti ed è cresciuto in una specie di campo profughi. La scuola nel campo e poi la seconda guerra del Sudan. 


Era bravo a scuola e ha imparato il francese chiacchierando con un medico di MSF. Voleva trovare il modo di far rispettare i diritti dei bambini come lui, visto che i suoi nessuno li aveva rispettati. Lo hanno aiutato racconta, in Congo ha potuto fare l'università lavorando la notte e dormendo e studiando dove e quando poteva.

E poi è tornato a casa.
Ma è di etnia Nuer. É ha dovuto partire. Ha pagato 5000 dollari ed è arrivato in Italia. I 5000 dollari, ovviamente, non li ha pagati lui, se li è fatti anticipare. Dai trafficanti.

Abuk voleva venire in Belgio, ma prima deve ripagare il viaggio. Ha già fatto di tutto in Italia, dall'agricoltore al manovale nei cantieri. D'estate, è la seconda ormai, vende - o almeno ci prova - roba taroccata al mare.

"Guadagno qualcosa di più che nei cantieri", racconta "e forse a fine stagione mi ridaranno il passaporto e potrò andare in Belgio a fare l'avvocato".

Abuk é cattolico, laureato, parla 3 lingue ed un paio di dialetti locali.

Abuk è avvocato, ma ad Alassio non può andare, perché essendo clandestino non ha un certificato medico.

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