Che l'Italia non investa abbastanza nella ricerca scientifica è un dato di fatto. Eppure il materiale, anche umano, non mancherebbe. Uno dei settori in cui potremmo eccellere, ad esempio, è quello delle mutazioni genetiche.
Una schiera di allenatori della Nazionale riesce, in funzione di algoritmi ancora sconosciuti, a trasformarsi in Costituzionalisti emeriti, discettando, ad mentula canis, di sistemi politici ed elettorali come se fossero al 41 della Piazza del Quirinale. Gli stessi, a seguito di probabile trasformazione delle cellule cerebrali, si scoprono poi "ingegnieri", "tennici antincendio" e "capitani di lungo sorso" all'occasione di viadotti crollati, catastrofi naturali e naufragi vari.
All'approssimarsi del 25 aprile poi, vuoi per una congiunzione astrale particolare, vuoi per quel principio di trasmigrazione del DNA che lega i "cuggini" in modo imponderabile (c'è sempre un cuggino che lo ha fatto, subito, provato, inventato, scritto, detto, pensato, ecc) l'Italiano si sveglia esperto della questione israeliano-palestinese.
E fioccano i riferimenti a Mufti grandi e piccini come se fossero vicini di casa di zie preferite, trattati internazionali e bandiere, brigate, ricordi storici, accuse e controdeduzioni.
Che il 99,99 periodico degli "Esperti" non sia in grado di piazzare Gaza su una carta (o la scambi per Ghiza), confonda Barbour con Bourbon e Balfour e metta nello stesso paniere l'Ottava Armata, la Settima Flotta, i Sei personaggi in cerca d'autore ed i Cinque sensi è - ovviamente - un dettaglio marginale.
Sintetizzando una serie di commenti letti e ricevuti in questi giorni, ad esempio, ho dedotto che i Palestinesi erano, sono e sempre saranno nazisti. Perché non è dato sapere, visto che lo stesso approccio non lo abbiamo con i Tedeschi, gli Austriaci, gli Ungheresi, i Croati, i Lettoni (peraltro non lo abbiamo neanche con gli Italiani, una cui parte - parrebbe - qualche simpatia per il fascismo si narra l'abbia avuta).
Allo tesso modo - e vi prego, non prendete le prossime parole come segno di antisemitismo - ho anche imparato che la Comunità ebraica di Roma (ma non si capisce perché non quella di Milano o di Pescasseroli) ha titolo per decidere chi può e chi non può partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. Ovviamente questo mi è stato spiegato da persone il cui unico contatto con la detta comunità è costituito dall'aver assaggiato una volta i carciofi alla giudia, che ad una mia timida obiezione hanno perentoriamente risposto "dici così perché tuo nonno non è morto in campo di concentramento!"
Affermazione perentoria ed imparabile, poiché, in effetti, porto su di me la colpa di avere un nonno morto sul lavoro in Fiat ed uno che ha continuato a lavorare anche quando era in pensione, ma entrambi erano sopravvissuti alla Seconda Guerra mondiale. Di nuovo nel regno dell'ovvio, il fatto che con le realtà antifasciste, ebraiche, Israeliane (che non sono la stessa cosa), islamiche, cattoliche, laiche e Palestinesi in giro per il mondo uno ci lavori quasi tutti i giorni non conta nulla, importa la frase lapidaria, il riferimento storico letto un attimo prima su Wikipedia, il repost di un retweet di un sociologo da salotto, i likes.
Attendo il 28 mattina, quando orfani di commenti, l'ennesima mutazione trasformerà gli Esperti in Geologi, Astrologi, Immunologi, Semiologi, Sismologi...
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