Giornalista Antifascista.

sabato 12 novembre 2011

Qualche diapositiva

Maggio '94. Sono tornato a Bruxelles da qualche mese. Scendo a Torino per votare ed all'annuncio dei risultati mia zia, staffetta partigiana, mi prende da parte e mi dice: ''se continua così ti porto a vedere dove abbiamo seppellito le armi nel '45." Sulle porte degli uffici di molti funzionari del Consiglio appare un adesivo blu. Ci sono delle croci, due date 1939-1945, e la scritta ''io non dimentico''! Elio di Rupo rifiuta di stringere la mano a Tatarella, ''il fascismo non si deve banalizzare.''

Maggio '96. Sono di nuovo a Torino a votare. Guardo gli exit poll in tv e Gasparri commenta la immediata ripresa dei ''tassi dei Balcani'' come un segno dell'impronta del governo comunista. Erano i tassi interbancari, non aveva capito nulla, e avremmo dovuto capire che non sarebbe stata la prima volta. Quando i risultati sono ormai chiari Papà apre una bottiglia di barolo e dice: ''erano cinquant'anni che aspettavo questo momento!''

Gennaio 2000, Torino. Sono da poco segretario DS di Bruxelles, partecipo al Congresso e parla il Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema.

2006. La prima campagna elettorale degli Italiani all'estero. È un collegio assurdo, dimensioni spropositate, ma il centrosinistra smentendo secoli di leggende metropolitane che volevano gli emigrati ''a destra'' ottiene un bel risultato, tanto bello da far dire a tutti che sono gli eletti all'estero che consentono la maggioranza del Governo Prodi.

Questi ultimi anni bui della Repubblica. Mi sono spesso arrabbiato. Perchè ero sempre in difesa, teso a spiegare che il circo Barnum che stava al potere non rappresentava ''il modo di essere dell'Italia''. È stata dura far capire agli Europei che la nipote di Mubarak era marocchina, minorenne e ladra, ma soprattutto è stata dura cercare di spiegare come la maggioranza dei parlamentari ne fosse convinta...

12 novembre 2011. Credo, ho l'impressione, che un ciclo si stia chiudendo. Non che sia chiuso, che si stia chiudendo. La zia se ne è andata senza mostrarmi dove dormivano gli sten avvolti nella tela cerata, Papà ci ha lasciato perfortuna prima di vedere in che stato era ridotta la Repubblica. Guardo mia figlia e penso che, se saremo bravi, per lei ''il Cavaliere'' sarà qualcosa da leggere sui libri di storia, ed il ''suo'' mondo non sarà popolato di piipompi, bisignanini, ignazii, e uomini urlanti o sussurranti in canottiera.

Riprendendo un'immagine di qualche mese fa, credo sia arrivato il momento di rimboccarsi le maniche...

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