Interessante è, ovviamente, un aggettivo scelto a proposito, perché sarà in effetti tale una mobilitazione che tenterà di giustificare i 114 milioni di euro (il dato è della Corte dei Conti europea) spesi ogni anno per la settimana di trasferta amata/odiata da ogni parlamentare, assistente, funzionario, giornalista, lobbista, ... insomma da tutti quei partecipanti al "Circo" - la definizione non è mia - che una volta al mese pianta il suo effimero tendone in Alsazia.
Arruolato un lobbista di lungo corso, noto per sostenere che la Commissione sta rubando il potere agli Stati membri, la campagna già mostra le sue prime armi: "Raggruppare a Bruxelles il potere esecutivo e legislativo dell'Unione rafforza la tecnocrazia, all'opposto dell'ambizione politica e democratica che deve caratterizzare la UE", recita il claim dei frondisti.
Il che, oltre che essere una balla bella e buona - visto che ogni studente dopo il primo mese di corso di diritto dell'Unione Europea sa che le decisioni si prendono nelle riunioni delle Commissioni parlamentari a Bruxelles e che sono le stesse persone che poi le votano formalmente a Strasburgo - è pure abbastanza comico, perché sembrerebbe suggerire che basti allontanare fisicamente il Legislativo dall'Esecutivo per avere più democrazia.
Già vedo la lotta tra Cincinnati e Las Vegas per accaparrarsi la sede del Congresso USA, abitando il Presidente in quel di Washington DC, o quella tra Lille e Marsiglia per ospitare i deputati francesi, posto che trasferire l'Eliseo mi pare fuori luogo.
Ma torniamo alla transumanza, prima di divertirci ancora un po' con l'idea di base. Sono circa 4.000 le persone che si spostano a Strasburgo ogni mese, agosto escluso. I quasi 800 parlamentari, i rispettivi assistenti e tirocinanti, i vari funzionari delle commissioni e dei segretariati, quelli dei gruppi politici, gli interpreti, una parte del personale di sicurezza. A tutti loro viene corrisposta un'indennità di missione, che comprende viaggio e alloggio, parametrata alle scelte fatte (treno, autoveicolo ecc. ecc.)
Ogni "brussellese" ha udito narrazioni epiche sulla ricerca di una camera non troppo lontana/non troppo costosa; gli assistenti ed i funzionari che lasciano l'incarico tramandano con esoterica segretezza i migliori indirizzi (vicino alla frontiera, già in Germania ma di poco, ...) e ci si scambia con ancestrale riservatezza dove comprare il fois-gras nella sessione di dicembre. Così come abbonda la letteratura sulle autostrade ghiacciate, le soste pianificate per sigarette, benzina e outlet di ceramica fine, lo sfinimento generale, tanto che in gergo si parla di Stressburgo.
La stessa vita la fanno i giornalisti ("che palle, mi tocca Stasburgo la settimana prossima") ed il manipolo di coraggiosi lobbisti che si sobbarca il viaggio per un'ultima messa a punto prima del voto.
Senza contare, ovviamente, il piacere delle "altre metà", orfani di coniugi una settimana al mese e volti alle acrobazie del ruolo periodico di padre/madre single, con tutti i piaceri legati all'esercizio.
Ecco, tutto questo - ci stanno per raccontare i sostenitori di questo accampamento romano del 12 avanti Cristo - è il prezzo della democrazia.
Il 6% del bilancio amministrativo annuale, a seguito della decisione di Edimburgo del '92, è obbligatoriamente dedicato a mantenere in vita un palazzo che rimane vuoto 317 giorni all'anno, nel quale si consiglia ai visitatori di non bere l'acqua dei rubinetti (che stagnando nelle tubature per tre settimane al mese non dev'essere effettivamente granché) e ci si riunisce 12 volte in un anno solare, portando - sia detto per inciso - un sostanzioso contributo all'economia cittadina, che in quei giorni, e solo in quelli, vede il tutto esaurito in hotel e ristoranti.
La battaglia per un'unica sede è vecchia come la UE o quasi, ed è già stata persa perfino in Corte di Giustizia, che ha stabilito che non spetta al Parlamento decidere dove riunirsi, ma al Consiglio, ovvero agli Stati membri.
Quegli stessi Stati membri che, secondo il lobbista di cui sopra, starebbero - poverini - perdendo il loro potere davanti alla Commissione...
Parafrasando Alfio Marchini, "Strasburgo ti amo, logica non ti temo!"
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